E-Twinning Italia-Spagna
Il progetto Cicatrices Invisibles sui diversi tipi di violenze nasce da un’idea della prof.ssa Annalisa Pitisano, sviluppato nel 2024-2025 con una delle sue classi di spagnolo del terzo anno, l’attuale 4C del liceo Linguistico: affronta la tematica dei diversi tipi di violenza da quella domestica a quella di genere, sociale, lavorativa, psicologica, sugli animali e sul bullismo.

Il tema, purtroppo, è un tema all’ordine del giorno: l’obiettivo era approfondire e confrontarsi con un’altra scuola spagnola attraverso un gemellaggio e soprattutto con l’aiuto di una piattaforma europea E-Twinning nata proprio per questi progetti di interscambio. Su questa piattaforma l’”Eco” e la scuola partner spagnola, Instituto San Fernando di Peñafiel, hanno svolto lavori didattici per una riflessione su questi temi sociali molto sentiti soprattutto negli ultimi anni: il risultato, per diversi aspetti, è stato straordinario perché, oltre ad essere un progetto, è diventato anche un’unità didattica di Educazione Civica con la collaborazione anche di tutto il corpo docenti della scorsa 3CL, in particolare con l’apporto del prof. Alessio Piran che ha ideato alcuni lavori di comparazione tra la letteratura italiana e quella spagnola (un esempio è il dialogo “a distanza” tra Pier delle Vigne dell’Inferno di Dante e Melibea protagonista del romanzo La Celestina, entrambi suicidi per colpa del pregiudizio sociale). Il risultato è stato un video dei ragazzi dell’ “Eco”
e un podcast in risposta al corto degli studenti spagnoli.
Il progetto prevede uno scambio interculturale conclusivo in cui gli studenti spagnoli verranno ospitati dagli studenti della nostra scuola dal 29 settembre al 4 ottobre, mentre gli allievi italiani si recheranno a Peñafiel qualche settimana dopo.
Si incomincerà con l'accoglienza in Comune da parte del Sindaco che saluterà la delegazione spagnola lunedì 29 settembre alle 10:00
In questo modo due diverse culture, ma di una stessa generazione, avranno avuto modo non solo di riflettere sulla tematica bensì di conoscersi e di poterne parlare a voce.
La speranza della docente è quella di seminare buoni propositi e accrescere la speranza per un futuro migliore in cui la parola “violenza” venga sostituita da “pace” o “comprensione”.
Un obiettivo molto quijotesco o, detto all’italiana, donchisciottesco, ma sicuramente di forte impatto e di ottimismo: gli unici che possono sognarlo e aiutare a realizzarlo sono proprio i nostri giovani!

